Cos’è la marcia
La paternità della marcia è probabilmente da attribuire alla Gran Bretagna del 1600. Presso la classe aristocratica era in voga uno sport, chiamato “pedonalismo”, che godeva di ampia popolarità anche nel mondo delle scommesse. Walkers organizzò il primo campionato inglese di marcia nel 1866, vinto da John Chambers, e giudicato secondo la regola del “fair heel and toe”. Questo codice piuttosto vago è stato la base per le regole codificate nel primo Meeting di Campionato nel 1880 dell’Associazione di atleti dilettanti in Inghilterra, che ha sancito la nascita della moderna atletica.
Dal 2003, la IAAF ha organizzato la IAAF Race Walking Challenge, una serie annuale di competizioni a livello mondiale in cui gli atleti professionisti accumulano punti per il diritto di competere nella finale della Race Challenge di IAAF e vincere gli oltre 200.000 dollari di montepremi.
Cos’è la marcia?
La marcia è uno sport podistico divenuto una specialità olimpica nell’atletica leggera, sia nell’ambito maschile che femminile. A differenza della corsa tradizionale, in cui si verifica una fase di sospensione, in cui entrambi i piedi sono staccati dal terreno, nella marcia, uno dei due arti mantiene sempre il contatto, al fine di produrre una progressione armonica e costante.
La posizione corretta prevede che, la gamba avanzata, resti tesa fin quando non avanza l’altra. Si tratta di movimenti impegnativi, perché innaturali, che richiedono un grande allenamento nell’ordine di centinaia di km a settimana per i professionisti. Rispetto ad altre forme di corsa del piede, la lunghezza del passo è ridotta; per raggiungere velocità competitive i corridori di pista devono raggiungere velocità di cadenza paragonabili a quelle raggiunte da corridori di classe mondiale da 800 metri.
Distanze e percorso
Le gare si svolgono tipicamente su strade o piste da corsa mentre, le distanze comuni, variano da 3000 metri a 100 km.
Le gare delle Olimpiadi si articolano su due diverse distanze: i 20 km di marcia (uomini e donne) e i 50 km a piedi (solo uomini). Vista la lunghezza la gara si svolge su un circuito stradale chiuso al traffico. Questo circuito, posto in genere nei pressi dello stadio, ha una lunghezza compresa tra i 2 km e 2,5 km, per le gare internazionali, e tra 1 km e i 2 km, per le altre. Lungo il percorso sono presenti dei tabelloni che indicano le ammonizioni, i bagni (solo nelle gare più lunghe di 20 km), e stazioni di abbeveramento e spugnaggio.
Il record mondiale maschile per la marcia della corsa delle 50 miglia è detenuto dall’esercito israeliano Shaul Ladany, il cui tempo di 7:23:50 nel 1972 ha battuto il record mondiale che si era fermato dal 1935. Una delle marce più lunghe al mondo è invece l’annuale Paris-Colmar che va da 450 a 500 km.
Regole
L’Associazione Internazionale delle Federazioni di Atletica Leggera ha stabilito le regole a cui i marciatori devono attenersi. Due le regole fondamentali da osservare. La prima impone che la punta del piede dell’atleta non possa lasciare il terreno fino a quando non lo tocca con il tallone del piede anteriore. La violazione di questa regola è nota come perdita di contatto. La seconda regola richiede che la gamba anteriore sia sempre tesa fin quando il piede non passa sopra di essa. La mancata osservanza di queste regole viene stabilita dall’osservazione diretta dei giudici. Gli atleti perdono regolarmente contatto per pochi millisecondi a passo, che possono essere catturati su pellicola, ma una fase di volo così breve non è rilevabile dall’occhio umano.
Gli atleti devono inoltre mantenere le braccia basse, aderenti ai fianchi. Se le spalle di un corridore tendono ad alzarsi, potrebbe essere segno che l’atleta stia perdendo il contatto con il terreno. Gli atleti mirano inoltre a muovere il bacino in avanti e a minimizzare il movimento laterale per ottenere la massima propulsione in avanti. La velocità si ottiene facendo un passo veloce con l’obiettivo di un rapido avvicendamento. Ciò minimizza il rischio che i piedi escano dal terreno. Le falcate sono corte e veloci, con il pushoff che si allontana dalla pianta del piede, di nuovo per minimizzare il rischio di perdere il contatto con il terreno. I marciatori di livello mondiale (maschi e femmine) possono raggiungere una media di quattro e cinque minuti per chilometro in una pista da corsa di 20 km.
Giudici
Obbligatorio nelle marce è il giudice di marcia, un ufficiale di gara designato dalla federazione, che ha il compito di segnalare le irregolarità degli atleti tramite richiamo (paletta gialla) o ammonizione (red card o proposta di squalifica). Nelle gare internazionali devono essere di diverse nazionalità e, se un atleta riceve la proposta di squalifica da un giudice, un altro giudice della stessa nazionalità non potrà dargli un secondo ammonimento.
Tre giudici sono in genere presenti sul campo, muniti di cartellino rosso di squalifica. Ogni giudice può limitarsi ad un richiamo tramite la paletta gialla, segnalando anche la tipologia di infrazione: sbloccaggio, nel caso la gamba non fosse tesa, segnalato con il simbolo di un angolo acuto (>). Perdita di contatto con il terreno, segnalato con il simbolo tilde (~). Ogni giudice può dare un unico richiamo per atleta.
C’è un tabellone segnapunti posto sul campo in modo che i concorrenti possano vedere le eventuali ammonizioni: il giudice non segnalerà direttamente all’atleta il fatto, visto che lo stesso non potrà procedere ad una seconda proposta. Al terzo richiamo, il giudice capo depone il concorrente dalla gara esibendo un cartellino rosso. Per ragioni di monitoraggio, le gare si svolgono su un percorso ad anello o su una pista in modo che i giudici possano osservare i concorrenti più volte durante una gara. Un giudice potrebbe anche “avvertire” un concorrente di aver assunto una posizione scorretta, magari piegando le ginocchia o perdendo il contatto col terreno. Nessun giudice può presentare più di una cartellino per ogni pedone e il giudice capo non può presentarne alcuno; è compito suo esclusivamente la squalifica del corridore.
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