Gestire la maratona e le difficoltà che si possono incontrare
Chi corre cerca sempre di superare sé stesso, cerca il miglioramento continuo, cerca di avere prestazioni ottimali e di prendere tutto il meglio che la corsa porta con sé.
La ricompensa dai sacrifici è il benessere che deriva dalla corsa, sono le sensazioni piacevoli che si provano durante la corsa, è l’adrenalina che sale quando si corre una maratona, è la soddisfazione che si prova dopo ogni allenamento. La corsa fa sentire vivi, la corsa fa stare bene, la corsa ripaga senz’altro dei sacrifici.
Perché correndo si impara. Si impara a conoscere sé stessi, si impara a riconoscere quelli che sono i propri limiti, si impara a superare gli stessi, si impara a gestire stress, dolore, fatica, energia. Tutti insegnamenti che ci tornano utili nella corsa e nella vita.
Uno degli aspetti, dei tanti aspetti, positivi della corsa e in particolare del correre la maratona è legato proprio alla capacità di sapere gestire il proprio dispendio energetico. Si tratta di qualcosa di fondamentale soprattutto quando si parla di prestazioni, come la maratona, di lunga durata, che possono arrivare anche di otto ore (contro le poco più di due che impiegano i campioni)
La maratona è una gara difficile da gestire, non è raro ma anzi molto frequente anche tra gli atleti più allenati inceppare in quel momento in cui non si trovano più le energie per proseguire o, perlomeno, per proseguire all’andatura che si erano stabiliti e/o prefissati.
Anche se abbiamo adoperato sapientemente le nostre risorse energetiche, spalmandole su tutto il percorso, anche se gli allenamenti erano mirati ed efficaci può infatti accadere qualsiasi cosa di imprevisto che fa decadere tutto. Un crampo, una stanchezza improvvisa. Ecco che le energie improvvisamente cessano.
In questi casi occorre fare affidamento sulle nostre risorse interne.
Immaginare una sorta di coach interno (che può essere visualizzato anche come una persona a noi cara) che ci incita a proseguire, che ci ricorda quello che è il nostro obiettivo. Oppure visualizzare sé stesso in una situazione di vittoria, si può ricordare una vittoria o un successo o lo si può immaginare se non è mai accaduto. Facendo ricorso a queste risorse interne spesso l’ostacolo viene brillantemente superato e non viene perso di vista quello che è l’obiettivo.
Queste risorse interne possono venirci in soccorso non solo nella pratica dell’attività sportiva ma anche per gestire altri eventi della nostra vita, lavorativi e quotidiani.
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